Disturbi del comportamento alimentare nei bambini: un allarme da non sottovalutare




Ogni anno, il 15 marzo si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare (DCA). Ma c’è un dato che preoccupa e merita attenzione: il 30% delle persone colpite da un DCA ha meno di 14 anni, con diagnosi che possono arrivare già tra gli 8 e i 10 anni.

Un esordio precoce, un rischio maggiore

“Un esordio precoce aumenta il rischio di conseguenze gravi, talvolta irreversibili”, sottolinea il dott. Rino Agostiniani, Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP). La diagnosi precoce è cruciale: consente di intervenire prima che il disturbo si cronicizzi e diventi più difficile da trattare. Ma riconoscere i segnali non è sempre semplice.

Campanelli d’allarme: quando il cibo diventa un problema silenzioso

Una revisione sistematica condotta dalla SIP, basata su 657 studi recenti, ha evidenziato i segnali — spesso subdoli e aspecifici — che possono indicare l’insorgenza di un disturbo alimentare.

Tra i segnali comportamentali più comuni:

  • Mangiare molto lentamente o con rituali (tagliare il cibo in pezzi minuscoli)
  • Evitare i pasti in famiglia o creare scarti alimentari eccessivi
  • Eliminare intere categorie di alimenti
  • Ossessione per il peso o la forma del corpo, anche senza evidenti cambiamenti fisici
  • Attività fisica eccessiva o compulsiva

E tra i sintomi fisici:

  • Sensazione continua di freddo
  • Stanchezza cronica
  • Vertigini o svenimenti
  • Alterazioni del ciclo mestruale nelle donne (fino all’amenorrea)

Quando il corpo lancia segnali: ascoltarli è fondamentale

Molti bambini e adolescenti appaiono energici e attivi, anche se sono in realtà sottopeso o stremati. Il 90% dei pazienti con anoressia nervosa continua a fare attività fisica nonostante la stanchezza. È fondamentale quindi non lasciarsi ingannare dalle apparenze e osservare attentamente eventuali cambiamenti.

Fattori di rischio: genetica, ambiente e... social media

I disturbi del comportamento alimentare sono multifattoriali: non c’è una sola causa, ma un intreccio di elementi biologici, ambientali e psicologici.

  • Genetica: studi sui gemelli mostrano una componente ereditaria significativa (fino al 74%).
  • Ambiente familiare: i figli di persone con DCA hanno un rischio 3-5 volte maggiore.
  • Eventi stressanti: bullismo, lutti, conflitti familiari possono essere fattori scatenanti.
  • Influenza digitale: l’esposizione ai social media, ai filtri e ai contenuti pro-ana può alterare la percezione corporea, soprattutto in età preadolescenziale.

Il ruolo dei genitori e del pediatra

La vigilanza degli adulti di riferimento è essenziale. Genitori, insegnanti e pediatri devono collaborare per cogliere i segnali in tempo. Rivolgersi al pediatra ai primi dubbi è il primo passo verso una diagnosi precoce e un trattamento efficace.


Conclusione: prevenzione e ascolto, le armi migliori

Parlare apertamente di disturbi alimentari, senza colpevolizzazioni né tabù, è il primo passo per proteggere i più piccoli. Informazione, empatia e tempestività possono cambiare radicalmente il decorso di queste malattie. Ogni segnale è importante: non sottovalutarlo mai.

Dott.ssa
Filomena Campagna
Biologa Nutrizionista


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