Palmitoiletanolamide (PEA): un valido alleato nella terapia del dolore cronico




PEA e il sistema endocannabinoide

La PEA agisce modulando il sistema degli endocannabinoidi attraverso il cosiddetto "effetto entourage". In pratica, potenzia l'azione degli endocannabinoidi naturali, aumentando i loro livelli o riducendone la degradazione. Questo meccanismo si traduce in effetti benefici su diverse funzioni regolate dagli endocannabinoidi, tra cui la percezione del dolore e la risposta infiammatoria.

Riduzione dell'uso di farmaci e benefici nella terapia del dolore cronico

Uno degli aspetti più interessanti della PEA è il suo potenziale di ridurre la necessità di farmaci antidolorifici, specialmente quelli con effetti collaterali significativi come gli oppioidi e i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei). Studi clinici suggeriscono che l'integrazione con PEA può contribuire a:

  • ridurre il dolore neuropatico e infiammatorio
  • migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da dolore cronico
  • diminuire il dosaggio di farmaci analgesici, riducendo il rischio di effetti indesiderati
  • supportare la funzione cognitiva e contrastare l'affaticamento

Un aiuto anche nei disturbi neurocognitivi

Ricerche recenti hanno evidenziato che i livelli di PEA aumentano nelle fasi iniziali di disturbi neurocognitivi come la psicosi, per poi ridursi nel tempo. Ciò suggerisce che un'integrazione mirata potrebbe rallentare il decorso di questi disturbi, migliorando funzioni esecutive, memoria e linguaggio.

Conclusione

L'uso della PEA come integratore rappresenta un'opzione promettente per chi soffre di dolore cronico, offrendo un'alternativa naturale e ben tollerata che potrebbe ridurre la dipendenza da farmaci tradizionali. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, soprattutto in presenza di patologie pregresse o terapie farmacologiche in corso.

 

Dott.ssa
Filomena Campagna
Biologa Nutrizionista


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